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Rave Party a Modena, polizia impegnata in sgombero e per Predappio non c'è personale

 

Sembra proprio questo il finale di un week end acceso in diverse località italiane. Modena, rave party: i partecipanti puliranno lo stabile e poi lo lasceranno. È il risultato della mediazione tra forze dell’ordine e organizzazione. A Predappio invece si è consumata una manifestazione pubblica, senza controllo, con apologia di fascismo, partecipanti in divisa e simboli e gesti del duce ovunque, ma le forze dell'ordine erano assenti. Nuovo governo o erano impegnati altrove? 

Nell'area del rave party di Modena sono state avviate le operazioni di sgombero.

Gli agenti, con caschi e scudi, sono all'esterno del capannone mentre alcuni di loro trattano con gli organizzatori. Domenica il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, aveva dato mandato al prefetto di Modena e al capo della polizia di "adottare ogni iniziativa per interrompere l'evento e liberare l'area al più presto". I promotori dell'evento, al quale hanno partecipato migliaia di persone, avevano espresso l'intenzione di andare avanti fino a martedì.

da TGCom24 

A Modena presente anche il Ministro. Ma la manifestazione di Predappio non preoccupa.

Centinaia di nostalgici filo-fascisti sfilano per le strade di Predappio (FC) in un'orgia di simboli del Ventennio e fanno il saluto romano di fronte al cimitero — Leonardo Bianchi, giornaliste di Vice.

Il video



Cingolani al fianco di Meloni per l'energia, ma senza ministero

 

Quindi il ministero è stato cancellato, il MITE appunto, ora è stato istituito quello dell'Ambiente e dell'Energia e serve aiuto. Si chiede all'ex ministro Cingolani. Rimarrà al loro fianco per le pratiche complesse di negoziazione del tetto del gas

Farà comodo a Giorgia Meloni avere Roberto Cingolani a Palazzo Chigi come «advisor per l’energia». Farà comodo alla nuova premier perché sono troppe le partite aperte, da Piombino a Bruxelles, per fare a meno del sostegno (e della copertura) dell’ormai ex ministro della Transizione ecologica di Mario Draghi. L’annuncio del nuovo ruolo di Cingolani, discusso anche con Draghi stesso, è arrivato ieri.

Il fisico con un passato da fondatore dell’Istituto italiano di tecnologia e da «Chief technology and innovation officer» di Leonardo, il gruppo della difesa, opererà a fianco di Meloni e del nuovo ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. «Occorre terminare il lavoro sul tetto al prezzo del gas negoziato a Bruxelles e sul rigassificatore» ha spiegato ieri Cingolani, che coopererà con Meloni a titolo gratuito per «superare l’inverno vista l’emergenza in cui ci troviamo». E già la scelta dei dossier citati dall’ex ministro la dice lunga sul fatto che la premier dovrà mettersi a correre non appena tocca terra.
da Corriere

Elezione dei Capigruppo, ecco l'album dei definitivi eletti

Prime lamentele: "nessun ruolo per Noi Moderati nel gruppo misto, tutte le cariche sono andate alla Alleanza Verdi-Sinistra".

Luca Ciriani eletto capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato.

Giuseppe DeCristofaro, senatore di Sinistra Italiana, eletto capogruppo del gruppo misto al Senato.

Licia Ronzulli eletta capogruppo di Forza Italia al Senato

Massimiliano Romeo eletto capogruppo della Lega al Senato.

Simona Malpezzi eletta capogruppo del Partito Democratico al Senato


Arrivano i Capigruppo, riconferme da FdI, Lega e Pd

Berlusconi indica Ronzulli e Cattaneo

E' il giorno dell'elezione dei capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama Convocate nel pomeriggio le assemblee del Senato e della Camera per eleggere i presidenti dei gruppi parlamentari. 

FdI conferma i capigruppo uscenti, Lollobrigida al Senato e Ciriani alla Camera.Berlusconi indica Ronzulli per Palazzo Madama e Cattaneo a Montecitorio.
Anche la Lega si avvia a confermare Romeo al Senato e Molinari alla Camera. 

Letta (Pd) chiede di confermare Malpezzi (Senato) e Serracchiani (Camera).

E' la novità che segna - almeno ufficialmente - il superamento delle incomprensioni tra i due leader, esplose nel giorno del mancato voto di Forza Italia al presidente del Senato, acuite dal braccio di ferro del Cavaliere per 'salvare' la sua fedelissima Licia Ronzulli (battaglia persa) e sfociate negli appunti feroci sulla sua ex ministra. Il sigillo arriva con la nota congiunta dei due partiti: "L'incontro si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione". Dichiarazioni a parte, il mood è cambiato ed è Meloni a tradurlo in parole: "Ora guardiamo avanti e pensiamo a dare un governo al Paese", gli avrebbe detto per andare oltre. Ma Berlusconi non è convinto. Nel faccia a faccia insiste a lungo perché Elisabetta Casellati sia nella squadra di governo - e sembra di averla spuntata per lei, con il ministero delle Riforme - avrebbe chiesto espressamente il presidente della Croce rossa, Francesco Rocca, al ministero della Salute e il ruolo di vicepremier per Antonio Tajani. Quando esce non è soddisfatto, ma non può che accettare. L'incontro riparatore finisce insomma con una tregua forzata, ma necessaria per far decollare il governo di centrodestra. "I due leader sono al lavoro per dare il più presto possibile all'Italia un governo forte, coeso e di alto profilo - recita ancora la nota - che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze" citando l'impegno sui dossier economici più urgenti, a partire dal caro energia. Un risultato a cui però Berlusconi arriva "malavoglia". Il patriarca azzurro non nasconde ai suoi il disappunto per essere andato a Canossa, dalla premier in pectore che incontra nella sede di Fratelli d'Italia. In via della Scrofa, a memoria dei cronisti, non è mai entrato. Se lo ricorda invece Ignazio La Russa, rammentando una visita del Cav quando c'era il Movimento sociale. E' la seconda volta di una sua trasferta politica - la prima fu al Nazareno da Matteo Renzi, il 18 gennaio 2014 - e il cambio di location, rispetto ad Arcore o Villa Grande, pesa. Emblematiche, in questo senso, sono le facce dei leader, che parlano e dicono altro rispetto alla nota comune. All'uscita, Berlusconi passa dal cortile e sale in macchina. Sguardo fisso e faccia seria, l'espressione è più che perplessa. Un po' tirata sembra pure la padrona di casa: quando arriva l'ex premier, lo accoglie in cortile e accenna un sorriso. Forse per rompere il ghiaccio - come racconta chi era lì vicino - il Cav si scusa per il ritardo (circa mezz'ora, rispetto alle 16 previste) ma Meloni glissa e gli fa strada. Oltre alla novità del 'dove', per il fondatore di FI cambia il 'come': da FdI ci arriva da solo, nessuno dei suoi storici consiglieri lo affianca e i due parlano a quattr'occhi. Rigorosamente da soli, secondo quanto si apprende, non si sa se per richiesta di Meloni. A vertice in corso, La Russa sparge fiducia: "Sicuramente andrà bene, me lo auguro e ne sono convinto", dice ai cronisti a conferma forse del ruolo di mediatore tentato nei giorni scorsi. Ottimista è pure Matteo Salvini: "Smentiti i gufi e la sinistra, il centrodestra è determinato a partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria - ribadisce - per poi offrire al più presto un governo all'altezza delle aspettative degli italiani". Ancora più soddisfatto sembra Francesco Lollobrigida, braccio destro meloniano: "Anche questa volta gli avvoltoi resteranno senza pasto". E' lui ad avanzare pure la speranza che il nuovo governo "possa giurare la settimana prossima e presentarsi alle Camere per la fiducia". Un auspicio dettato dal possibile timing per il nuovo governo: una volta dato l'incarico, le consultazioni potrebbero cominciare tra giovedì o venerdì (in quest'ultimo caso il presidente Mattarella aspetterebbe la fine del Consiglio europeo che si chiuderebbe venerdì pomeriggio) per arrivare al giuramento domenica o lunedì.

da Ansa

Fontana eletto presidente della Camera, La Russa al Senato. Uno sfregio all'Italia, ma quale Italia?

 

Mentre qualcuno parla di sfregio all'Italia, votare filo-fascisti ha fatto arrivare i filo-fascisti ai piani più alti dello Stato. Logica conclusione, inutile lamentarsi

Dopo l'elezione, non senza qualche sorpresa, di Ignazio La Russa a presidente del Senato, a Montecitorio i neo-deputati hanno eletto al quarto scrutinio, che prevede la maggioranza assoluta dei voti, il leghista Lorenzo Fontana (ecco chi è il fedelissimo di Matteo Salvini). Nell'aula di Montecitorio immediato è scattato l'applauso dei parlamentari del centrodestra. Fontana ha ottenuto 222 voti. È il sedicesimo presidente e il secondo esponente della Lega a ricoprire la terza carica dello Stato, dopo Veronica Pivetti. Soddisfatta Giorgia Meloni: "Anche qui alla Camera buona la prima. Stiamo procedendo in modo spedito". Secondo fonti del Pd, a festeggiare per l'elezione di Fontana "il primo a festeggiare è Vladimir Putin". Per Matteo Salvini, "Fontana sarà in grado di rappresentare tutte e tutti". Il leader della Lega, poi, si dice sicuro che il centrodestra andrà unito alle consultazioni al Quirinale: è "ovvio e certo". Nel discorso di insediamento Lorenzo Fontana ha parlato delle autonomie, di Papa Francesco e Sergio Mattarella.

da TGCom 24

Intanto il PD con Letta

"Peggio di così nemmeno con l'immaginazione più sfrenata. L'Italia non merita questo sfregio. #Fontana". Così twitta il segretario Pd Letta per l'elezione di Fontana a presidente della Camera.
Della Vedova,segretario di Più Europa: "Quella di Salvini, Meloni e Berlusconi è stata una scelta prepotente ed estremista".Per Fratoianni (SI):"Ammirazione per Putin,odio per le donne e i 'diversi'. A Montecitorio l'ultrà leghista".
E Renzi (Iv): "Non abbiamo votato La Russa e Fontana, ma rispetto il voto".

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