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Biden apre ufficialmente la guerra ai semiconduttori: niente microchip USA in Cina, stop alle esportazioni

L'amministrazione Biden impone nuove restrizioni all'accesso della Cina alla tecnologia dei semiconduttori statunitense utilizzando la cosiddetta regola del prodotto diretto straniero, che impedisce alle aziende di tutto il mondo di vendere determinati chip informatici avanzati ad acquirenti cinesi senza una licenza del governo americano

Secondo le persone a conoscenza della situazione, un'escalation degli sforzi di Washington per soffocare le ambizioni industriali di Pechino rappresenta un rischio per la crescita del settore da 550 miliardi di dollari, che ha già lottato con i rischi di frammentazione durante la pandemia di COVID-19

Alcuni esperti affermano che questo motiverà le aziende cinesi a raddoppiare le risorse per ottenere scoperte. Si suppone che le restrizioni pianificate infliggeranno un duro colpo non solo alle società di chip statunitensi, ma anche alla catena industriale globale di semiconduttori, che punta su Pechino per la crescita dei ricavi, dato il peso della Cina come il più grande mercato di chip del mondo

Che fine farà TIM e la rete Open Fiber o Fibercoop? Non si vorrà fare uno sgarbo al progetto di Fratelli d'Italia

A meno che non si voglia regalare tutto ai francesi, compresi i risparmi postali degli italiani, forse FdI ha un progetto per TIM. E se CDP fa un'offerta prima che si insedi il governo, significa che vuole mettere il bastone tra le ruote a Giorgia Meloni. Intanto della sicurezza nazionale, con le mani di Vivendi in mezzo, frega sempre niente a nessuno

Secondo il Progetto Minerva elaborato da Fratelli d’Italia, CDP che ha già il 9,8% di TIM, lancia un’OPA su TIM

Ipotizziamo ora che CDP faccia una offerta con un premio tipico di queste operazioni, un premio che riguardi sia le azioni ordinarie che le risparmio, e che riesca ad arrivare ad avere in totale il 40% delle azioni di TIM ordinarie sufficienti per controllare e gestire la società e il 40% delle azioni di risparmio. 

In questo caso CDP dovrebbe spendere circa 2,5 miliardi di euro. 

Va anche specificato che nel caso che l’OPA dovesse avere una offerta di azioni superiore e che quindi portasse la percentuale azionaria di CDP in TIM al 50%, l’incremento di costo per l’operazione sarebbe pari a circa 250 milioni di euro.

Vendendo subito TIM Brasil, assieme ai clienti retail fissi e mobili ed altri asset di rete ridondanti nelle Aree nere, il debito netto di TIM si ridurrebbe a circa 3 miliardi di euro.

Il successivo passaggio, a questo punto, è l’acquisto da parte della “nuova” TIM a guida CDP, della quota CDP di Open Fiber

Tenendo conto anche di un premio, questa quota vale circa miliardi di euro. TIM fa l’acquisizione, incrementando il suo debito di 3 miliardi di euro. Il debito complessivo della nuova società sarà, a questo punto, di 10 miliardi di euro (miliardi di TIM3 miliardi per l’acquisto di Open Fiber e 4 miliardi di debito di Open Fiber stessa), molto meno dei 17miliardi del piano precedente.

Ulteriore quanto importante miglioria per CDP riguarda l’impatto sul flusso di cassa positivo di circa 500 milioni con il Progetto Minerva e negativo invece di un valore compreso tra 1,23 miliardi per il piano CDP-Open Fiber.

La conclusione è abbastanza chiara 

Per CDP il piano con Open Fiber previsto dal MoU firmato con TIM presenta svantaggi rispetto al Progetto Minerva che riguardano:

  • Il debito che CDP deve consolidare e che rimane sulla società della rete.

La società unica della rete avrebbe infatti un debito di 17 miliardi nel caso del Piano CDP-Open Fiber (con conseguenze in termini di valore di Borsa e capacità di investimento), molto maggiore rispetto ai 10 miliardi nel caso del Progetto Minerva.

  • La cassa necessaria per CDP per arrivare alla costituzione della società della rete è minore.

CDP si ritroverebbe con un saldo positivo di 500 milioni nel caso del Progetto Minerva, contro un esborso di 1,2/3 miliardi nel caso del Piano CDP-Open Fiber.

Oltre a questo, nella soluzione prevista dal Piano CDP-Open FiberTIM resta come società dei servizi, con criticità sulla sostenibilità economica e con il problema della gestione degli esuberi di personale.


 da Key4Biz

Angelo Tofalo lancia la nuova AT Agency: cybersecurity per tutti


Sicuramente non è mancata la rete di conoscenze e amicizie strette durante i mandati politici alla Difesa e al COPASIR, ora tutto di ricicla e torneranno molto utili per fare affari monetizzando il tutto. Angelo Tofalo si dà al business dell'intelligence e della cybersecurity


“Oggi, con la nascita della “AT Agency”, inizia per me una nuova ed entusiasmante avventura” – lo scrive Angelo Tofalo, già deputato e Sottosegretario alla Difesa in due legislature che alla presenza del notaio Vittorio Occorsio ha costituito, insieme alla sorella Antonia Tofalo, la società di consulenza strategica della quale sarà CEO.
AT Agency si pone come veicolo di consulenza strategica aziendale principalmente per i settori Difesa, Intelligence, Sicurezza e Cybersicurezza, con un interesse particolare alla transizione digitale che sta avvenendo a livello globale. Allo stesso tempo, grazie ad un’unione di competenze, la nuova realtà avrà la capacità di seguire investitori e clienti stranieri che vogliono sviluppare attività in Italia e soprattutto realtà italiane che cercano di investire e di inserirsi su mercati internazionali. – “Già nei prossimi giorni incontreremo stakeholder e società del nostro portfolio per avviare, ufficialmente, i primi progetti e le partnership” – conclude l’ingegnere Angelo Tofalo.

da Agenda politica 


Un COPASIR provvisorio con più poteri per fronteggiare le eventuali minacce cyber che potrebbero alterare il prossimo risultato elettorale

La paura è che in Italia possano capitare gli stessi fenomeni visti per gli Stati uniti nel 2016. I russi nel nostro paese ormai sono ovunque e anche dietro gli attacchi cyber: per i quali da notare che non esiste prova alcuna di collegamento tra gruppi criminali e origine/mandato russa. Ma per la politica e la stampa italiana, se le cose durante le elezioni vanno male, sarà colpa dei russi, come per i recenti attacchi all'energia, operati unicamente a causa della scarsa formazione e resilienza dei sistemi degli enti e organizzazioni coinvolti.

Durante l'audizione di questa mattina il sottosegretario ha parlato di una notizia arrivata dalla Svizzera sul possibile uso dei server elvetici da parte di crew di hacker russi intenzionate a lanciare assalti cibernetici nei Paesi occidentali, Italia in primis. I servizi segreti d'Oltralpe, ha spiegato Gabrielli, smentiscono di avere elementi che documentano l'utilizzo diretto dei server, ma neanche lo possono escludere a priori. L'allerta, dunque, rimane.

Sul tema degli attacchi cyber ad aziende ed enti della filiera energetica (oggi il terzo caso in una settimana), Urso riferisce: "È stato rilevato che il decreto Aiuti bis, attualmente all'esame del Senato, già contiene norme riguardanti la possibilità da parte del Presidente del Consiglio di attivare misure di intelligence, anche proattive, in ambito cibernetico riconoscendo al Copasir significativi poteri di controllo su tali attività".

da Repubblica

Gas in pericolo anche cyber. Gli hacker hanno colpito con il ransomware l’italiana Canarbino

 


Altro cyber attacco verso realtà italiane del settore energia. Dopo GSE e Eni arriva a stretto giro anche una delle 21 filiali di Canarbino, import export di gas

E siamo a tre, in una settimana. Da Sarzana arriva la notizia di un terzo devastante attacco cyber a un'azienda italiana del settore energia. Dopo gli assalti a Gse ed Eni (entrambi ancora in fase di recovery, il sito di Gse è tornato in funzione solo oggi), ad essere colpito è il gruppo privato Canarbino, uno dei più importanti player dell'import/export di gas a livello nazionale ed europeo. Nato nel 2010, è presente in tutta la filiera del gas e dell’energia elettrica attraverso diverse società, alcune delle quali operano come wholesaler, altre come retailer.
Sul cyberattacco sta indagando il comparto genovese della Polizia Postale. A quanto si riesce a riscostruire finora, una delle controllate della Canarbino con sede a Sarzana è stata a vittima di un ransomware di ultima generazione, ossia di un virus che ne ha criptato tutti i dati rendendo inservibile i sistemi. Non è chiaro se sia già stato chiesto un riscatto in criptovalute per liberare i database, come è prassi in questo tipo di estorsioni.

da Repubblica

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