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La segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha sottolineato l'importanza di una concorrenza economica "sana" e ha cercato di evitare una mentalità del "vincitore prende tutto" durante la sua visita di quattro giorni a Pechino. Questa visita segna il primo viaggio di Yellen in Cina in qualità di capo del Tesoro e fa seguito alla recente visita del segretario di Stato Antony Blinken nel paese.
Durante un incontro con il premier cinese Li Qiang alla Grande Sala del Popolo di Pechino venerdì scorso, Yellen ha dichiarato che gli Stati Uniti non cercano una resa dei conti economica. Ha enfatizzato l'importanza di una concorrenza economica equa che porti benefici a entrambi i paesi nel lungo termine, mediante l'applicazione di un insieme di regole eque.
Gli Stati Uniti hanno adottato misure per limitare l'accesso della Cina a tecnologie avanzate considerate cruciali per la sicurezza nazionale. Ciò ha incluso l'inserimento di diverse società cinesi nella lista nera per impedire loro di accedere ai chip più avanzati. Gli alleati degli Stati Uniti sono stati incoraggiati a seguire l'esempio.
Tuttavia, Yellen ha assicurato al premier Li che, sebbene gli Stati Uniti possano intraprendere azioni mirate per proteggere la loro sicurezza nazionale, ciò non dovrebbe compromettere i legami economici tra i due paesi. Ha sottolineato l'importanza di evitare malintesi che potrebbero danneggiare inutilmente le relazioni economiche e finanziarie bilaterali.
Durante la sua visita, Yellen ha anche incontrato rappresentanti delle imprese statunitensi a Pechino, in cui ha sottolineato che gli Stati Uniti non cercano una "separazione totale delle nostre economie". Ha affermato che un disaccoppiamento delle due maggiori economie del mondo sarebbe destabilizzante per l'economia globale e praticamente impossibile da attuare.
Nonostante le tensioni esistenti, Pechino ha adottato un tono ottimista sulla visita di Yellen, descrivendola come un'opportunità per rafforzare la comunicazione e lo scambio tra i due paesi. Un funzionario del ministero delle finanze cinese ha sottolineato che la natura delle relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti è reciprocamente vantaggiosa e vantaggiosa per entrambe le parti.
Gli analisti hanno indicato che la visita di Yellen potrebbe aprire la strada a un miglioramento delle relazioni bilaterali. La sua presenza in Cina come rappresentante dell'amministrazione Biden è stata accolta con favore e potrebbe facilitare un rinnovato dialogo tra le due parti.
Sebbene non siano attese scoperte politiche specifiche durante questa visita, si spera che le conversazioni aperte e produttive possano gettare le basi per futuri colloqui. Nonostante le divergenze, è considerato essenziale mantenere un dialogo aperto per evitare fraintendimenti che potrebbero danneggiare ulteriormente le relazioni economiche e commerciali tra Cina e Stati Uniti.
L'obiettivo finale è stabilizzare i rapporti tra i due paesi e promuovere una cooperazione basata su regole eque per il beneficio di entrambe le nazioni e dell'economia globale.
Le donne amministratori delegati finalmente - definitivamente - sono più numerose degli amministratori delegati con il nome John tra le società S&P 500, scrive Emily Peck di Axios da una nuova analisi di Bloomberg.
- Perché è importante: è una sorta di progresso per le donne nell'America aziendale.
Ingrandisci: oggi ci sono 41 donne alla guida di società S&P 500 - un nuovo record, tra l'altro - e 23 amministratori delegati di nome John o Jon.
- Johns costituiscono il 3,27% della popolazione degli Stati Uniti. Le donne costituiscono oltre il 50%, come il New York Times ha sottolineato nel 2018.
In conclusione: superare in numero Johns è bello, ma gli uomini nel complesso hanno ancora un enorme vantaggio qui. Le donne occupano solo l'8,2% dei ruoli di CEO nelle grandi aziende.
Il gruppo bancario Intesa Sanpaolo fa da apripista in molte innovazione sul settore finanziario. Tuttavia questa che si prospetta, non è una mossa di cui andare fieri.
Il Gruppo ISP esce da accordi ABI
Il nuovo governo vuole alzare a 60 euro la soglia dopo la quale diventa obbligatorio accettare i pagamenti elettronici. Confcommercio e Confesercenti ringraziano puntando il dito contro le commissioni bancarie. Ma i costi per i negozianti sono in calo da anni.
Secondo un'analisi dell'Associazione bancaria italiana (ABI) riferita al 2019, in quell'anno la media delle commissioni sulle transazioni elettroniche in Italia era 1,1 euro, sotto quella europea (I,2 euro). Secondo una direttiva comunitaria, le commissioni dovrebbero essere non più alte dello 0,2 per cento nel caso di utilizzo del bancomat e dello 0,3 per cento quando si usano carte di credito o debito.
Il costo delle commissioni italiane è inferiore alla media europea.
Per chi usa il circuito Pagobancomat, per esempio, la commissione in media è l'1,40 per cento, quando cinque anni fa si pagava l'1,92 per cento. Per chi sceglie i Pos fissi l'abbattimento dei costi è ancor più sensibile (la commissione scende all'1,27 per cento). Ma anche per gli altri circuiti il calo è stato notevole: dal 2,56 che si agava nel 2017 all'1,66 che si paga adesso. Anche in questo caso la strumentazione fissa (rispetto alla mobile) risulta più economica.
Secondo il rapporto di Osservatorioconfrontaconti e Sostariffe, la spesa iniziale per il Pos nel 2022 è di 44 euro inferiore rispetto al 2017, e il canone mensile vale in media 11 euro in meno: si tratta di un calo di circa il 63,6 per cento rispetto a cinque anni fa.
Per sostenere i commercianti a dotarsi di Pos, il governo Draghi aveva già previsto delle forme di incentivi predisponendo un credito di imposta dal 30 al 100 per cento a seconda del collegamento al registratore di cassa e della trasmissione dei dati sulle transazioni in tempo reale.