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Schlein prepara la campagna d’autunno: ecco tutti i temi

 

Terminate le vacanze estive, Elly Schlein è pronta a tornare dietro i banchi del Parlamento. Ecco quali saranno i temi principali che saranno al centro della campagna del Pd. E’ tempo di ritornare al lavoro per Elly Schlein. 

La segretaria del Pd ha terminato la sua pausa estiva e, come riportato dall’Agi, è pronta a riprendere le battaglie che hanno caratterizzato gli ultimi mesi dei dem. Elly Schlein e la sua campagna d’autunno – Notizie.com – © Ansa 

Fari puntati, quindi, sul salario minimo, sanità pubblica, ma anche scuola e Pnrr. Senza dimenticare le risorse che sono destinate alla ricostruzione delle zone dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione. Contemporaneamente, il Partito Democratico porterà avanti il suo percorso sulla manovra. “Il Pd non accetterà ulteriori tagli alla sanità pubblica“, continua a dire la leader dem in vista delle prossime settimane. Le Europee Elly Schlein prepara anche le Europee – Notizie.com – © Ansa 

Naturalmente nei prossimi mesi l’attenzione sarà rivolta anche alle Europee. Si tratta forse del primo vero test per la sua segreteria e la speranza è quella di un cambio di passo importante anche se, come confermato da Mannheimer ai nostri microfoni, per il momento i sondaggi confermano il Pd intorno al 20%. Una percentuale che, secondo quanto riferito da fonti della minoranza interna al Pd, ci potrebbero essere dei problemi per la segreteria. Da qui la necessità di sfruttare questi mesi per mettere in campo una campagna elettorale importante e, soprattutto, scegliere nomi in grado di poter garantire dei voti importanti. Pd, ecco i possibili nomi per le Europee Saviano candidato con il Pd alle Europee? – Notizie.com – © Ansa 

Stando a quanto riferito dall’Agi, la Schlein starebbe pensando di inserire in lista gli eurodeputati uscenti oltre esponenti vicini a lei, ma anche i sindaci. Si tratta di esponenti vicini comunque alla minoranza, ma che consentirebbero alla segretaria di cercare di massimizzare al meglio il risultato schierando personaggi che hanno un seguito importante nei territori. Non è da escludere la possibilità di schierare in questa corsa anche personaggi fuori dal mondo della politica. Al momento è tramontata l’ipotesi di Lucia Annunziata. Si parla anche di Saviano e Strada, ma sono solamente nomi e fino a questo momento non si hanno certezze. 

 

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Strage di Ustica, Bobo Craxi: “Mio padre non ha mai parlato con Gheddafi”

 

Il figlio di Bettino Craxi, in esclusiva per Notizie.com, torna sulle parole di Giuliano Amato: “La sua è una delle tante ipotesi fatte. Colloqui con Gheddafi? Nessuno. Con lui parlava Agnelli” 

Le parole di Giuliano Amato sulla strage di Ustica continuano a far discutere. L’ex Premier ha tirato in ballo anche Bettino Craxi che, avrebbe avvisato Gheddafi del possibile attentato nei suoi confronti, organizzato da Stati Uniti e Francia. “Amato sostiene che siano stati i francesi perché volevano colpire Gheddafi e dentro il ragionamento fa il nome di mio padre – dichiara in esclusiva a Notizie.com Bobo Craxi, figlio di Bettino -. 

In realtà non è andata così. In passato si sono dette molte cose e il ruolo di Gheddafi era entrato spesso nella vicenda”. Bobo Craxi sulle parole di Amato su Ustica. Notizie.com Bobo Craxi, è rimasto stupito dalle parole di Amato? “Sono andato a rivedere bene le interviste del passato. Amato queste cose le ha dette anche precedentemente. 

La domanda è, come mai Repubblica metta in primo piano l’intervista di Amato sul caso Ustica, essendo passati un po’ di anni e sebbene questa tesi non sia avvalorata dai tribunali, che si limitano a scolpire una sentenza di probabilità? La magistratura italiana non arriva a una conclusione oggettiva. Si limita a dire che è presumibile che sia stato un agente esterno a far deflagrare il velivolo. Amato, deponendo di fronte alle commissioni, sostiene che ci fu un intervento” 

Amato tira in ballo suo padre “Nessuno ha la verità, su questo punto ci sono due versioni contrapposte che non sono giunte alla medesima conclusione dopo anni. Io mi sono limitato a correggere un’imprecisione, per quanto rilevante, ma comunque un’imprecisione rispetto al ruolo di mio padre in questa vicenda che è inesistente”. Esclude che suo padre possa aver avvisato Gheddafi del pericolo in cui poteva incorrere? “Mio padre non ha avuto nessun colloquio con Gheddafi all’epoca e non li ha mai avuti in vita sua. Quando si trattò di evitare per Gheddafi una fine tragica, attraverso un altro attentato, lui si limitò a non sostenere l’operazione militare americana, ma questo è avvenuto 6 anni dopo. I rapporti ce li aveva l’avvocato Agnelli in quel periodo”. Secondo lei si arriverà mai a trovare la verità su questa vicenda? “Intanto mi pare che non ci si sia dati molto da fare in questi ultimi 20 anni, quindi bisognerebbe chiederlo ai governi che si sono succeduti. L’ultimo a occuparsene se non sbaglio fu proprio quello di Giuliano Amato. Recentemente non ho letto ulteriori approfondimenti. 

Mi auguro di sì, la vicenda va considerata e inserita in un contesto che è quello della Guerra Fredda”. Bobo Craxi, figlio di Bettino, torna sulle parole di Amato – Notizie.com Cioè? Tutti  questi episodi, gli attentati, gli omicidi avvenuti in quegli anni, rientrano in quel contesto specifico. Una volta finita la Guerra Fredda nessuno, nel nostro Paese ha voluto realmente attuare una revisione. Un’analisi completa. La Guerra Fredda è finita nel 1989. si capisce bene che in questi trent’anni si è fatto di tutto tranne che cercare di voltarsi e trovare soluzioni sui fatti del passato.  Ci sono stati uomini politici convinti che non tutto sia stato detto. Soprattutto su quanto la Guerra Fredda abbia influito sulle vicende politiche in corso dal 1992. 

L’impressione è che la fine della Prima Repubblica e l’omicidio politico di alcune personalità, avevano tutta l’aria di una resa dei conti, da fine della Guerra Fredda. Questo è il contesto in cui bisogna ragionare. Al di là del fatto specifico, che capisco bene non essere secondario, anche dal punto di vista del risarcimento delle vittime. Fare emergere i colpevoli è responsabilità e dovere di qualsiasi Stato. Le istituzioni italiane mi pare non siano state capaci di arrivare a una conclusione condivisa e la tesi di Giuliano Amato è una tesi, che in qualche modo può dare un contributo di verità” 

 

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Caivano, minacce a Meloni: la premier non si fa intimidire e risponde

 

Caivano, minacce di morte sui social network a Giorgia Meloni: la premier risponde agli haters e non si lascia affatto intimidire  

Nella serata di domani, giovedì 31 agosto, è prevista la sua presenza al ‘Parco Verde‘ di Caivano. Ovvero il posto in cui, nei primi giorni del mese di agosto, sono state violentate sessualmente due ragazzine di 12 anni. Entrambe cugine. Da parte di altri minorenni, ma poco più grandi di loro. 

Giorgia Meloni è pronta a dare un segnale importante, confermando che il governo c’è e si schiererà al fianco di tutte le persone perbene che abitano lì ed anche alle famiglie vittime di questa orribile vicenda. Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com 

Tanto è vero che anche la madre di una di loro ha invitato la premier a recarsi nel napoletano. Stesso discorso anche per Don Patriciello nella manifestazione che si è tenuta nella serata di ieri (dove hanno partecipato solamente in 200). Nel frattempo, però, sui social network sono apparse anche alcune minacce di morte nei confronti della presidente del Consiglio. C’è addirittura chi le augura la morte proprio nella città napoletana e chi invece le augura il peggio. Al tempo stesso, però, la Meloni non si è lasciata affatto intimidire ed ha risposto a queste minacce contro di lei. 

Caivano, minacce alla premier Meloni: la risposta non si fa attender e La sua presenza, all‘Istituto Morano di Caivano al Parco Verde, è confermata. Insieme a lei ci sarà anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Nel frattempo la premier ha risposto per le rime a coloro che stanno cercando di metterle i bastoni tra le ruote. Questo il suo post in merito a quanto è accaduto nelle ultime ore: “Ringrazio quanti hanno espresso vicinanza in merito alle minacce ricevute in vista della mia visita a Caivano. Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata questo governo non farà passi indietro“. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 

 Le minacce nei suoi confronti sono dovute al fatto che il governo ha interrotto il ‘Reddito di Cittadinanza’. Minacce che, a dire il vero, sono suonate come un campanello d’allarme per Palazzo Chigi. Una utente di Caserta l’ha messa addirittura in guardia: “Io ti consiglierei di stare a casa perché le persone sono infuriate, 160mila famiglie senza Rdc, senza spesa, sei sicura che tornerai a casa“. In merito alla sua trasferta a Caivano c’è chi le ha scritto: “Magari se ne va con qualche ammaccatura così capisce i guai che ha fatto“, “Si merita il peggio” e molto altro ancora. 

 

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Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?”


Alla vigilia della visita del presidente del Consiglio Giorgia  Meloni al Parco Verde di Caivano (Napoli), luogo-simbolo di degrado, violenza e abbandono, arrivano minacce sociale all’indirizzo della premier. “Io ti consiglierei di stare a casa” 
 L’odio social raggiunge di nuovo la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della sua visita al Parco Verde di Caivano. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 
 In alcuni commenti infatti comparsi dopo  l’annuncio del presidente del Consiglio di raccogliere la “preghiera” di don Patricello,  sono tornate le minacce, stavolta e per fortuna  virtuali. Frasi pesanti, senza troppi giri di parole che in realtà trovano causa dell’odio social in un elemento cardine: il capo del governo è evidentemente ritenuta responsabile del fatto che a migliaia di famiglie, comprese quelle nel napoletano, sia stato tolto il reddito di cittadinanza.  “Io ti consiglierei di stare a casa”, ha scritto  una ragazza campana, aggiungendo “sei sicura che tornerai?”. 
Piu’ esplicita un’altra donna, che nei commenti dice  rivolgendosi direttamente al premier: “Speriamo rimani morta a Caivano”, mentre dal profilo di un laboratorio artigianale, sempre nei commenti, esprimono la speranza che almeno Meloni vada via da Caivano “con qualche ammaccatura”. Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?” Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com, foto Ansa 
 Quindi dopo le minacce nei cortei, si sono aggiunte quelle via web. Va ricordato infatti che nei giorni successivi all’ufficializzazione della revoca del sussidio, sono state diverse le manifestazioni di protesta, concentrate soprattutto nell’area di Napoli, e nel corso di queste ci sono stati anche cori violenti e minacce di morte nei confronti del premier. Questa mattina poi la coda, ci si augura definitiva e senza conseguenze, rispetto all’annuncio e alla conferma che Meloni a Caivano ci sarà. 
Certo, il suo arrivo al Parco Verde, è per ora simbolo di presenza ma soprattutto di supporto, a coloro (troppo pochi in realtà) che da anni denunciano il degrado, l’assenza dello Stato, nel comune campano vicino Napoli divenuto negli ultimi giorni oggetto di attenzioni di stampa, magistratura  e forze dell’ordine. Le violenze nei confronti di due cuginette di 10 e 12 anni non possono lasciare indifferenti e insensibili. 
 E a proposito di minacce, va registrato il grido di dolore della madre di una delle due ragazzine presumibilmente abusate. La donna, attraverso il proprio legale, Angelo Pisani si è abbandonata ad uno sfogo duro e doloroso, rivolto indirettamente proprio al presidente del Consiglio Meloni: “Minacciati, derubati, costretti a vivere chiusi in casa. Stiamo subendo minacce dal quartiere, hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro: ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e da mia nipote” 

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Autonomia, Occhiuto: “No a dogmi, ma ci sono obblighi”

Il presidente della Regione Calabria Occhiuto parla disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato dal leghista Roberto Calderoli e che il governo Meloni sta valutando. Secondo la visione di Occhiuto, “si può dire sì solo a parità di lep”, ma “servono risorse importanti”. Intervista da Il Giornale, Occhiuto ha infatti spiegato che “ad oggi al Sud i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni”.  “Non ho una posizione dogmatica. 

Si tratta di una possibilità contemplata dall’articolo 116 della Costituzione (sezione peraltro riformata quando era al governo il centrosinistra)”, ha detto il governatore in un’intervista rilasciata al quotidiano diretto da Augusto Minzolini. Roberto Occhiuto ANSA/LUIGI SALSINI “Gli articoli successivi parlano di obblighi e non di possibilità. Come l’obbligo di garantire tutti i diritti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, sia che un cittadino viva a Crotone sia che viva a Sondrio. Come anche l’obbligo della perequazione. In verità sia la possibilità dell’autonomia differenziata, sia la garanzia dei diritti sociali e civili e l’obbligo della perequazione non mi sembra siano stati attuati come prescrive il titolo quinto della Costituzione”. 

La proposta presentata da Calderoli, infatti, ad ora risulta particolarmente contestata perché rischia di fare aumentare il divario tra Nord e Sud. Cosa ne pensa Occhiuto del disegno di legge proposto da Calderoli Per autonomia differenziata si intende il riconoscimento dell’attribuzione, a una regione a statuto ordinario, di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente o, in alcuni casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme a queste, però, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che a quel punto non verrebbe più distribuito su base nazionale in base alle necessità collettive. Una concessione, quella di “forme e condizioni particolari di autonomia” alle regioni a statuto ordinario, già prevista dalla Costituzione italiana, nel terzo comma dell’articolo 116 in cui si cita la possibilità di attribuire queste competenze “con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata”. Un comma tuttavia mai attuato per via delle differenze economiche e sociali tra regioni, che rischierebbero di rendere questa possibilità per alcuni particolarmente dannosa. Per questa stessa ragione, la proposta ha creato dubbi all’interno della maggioranza, in particolarmente per Fratelli d’Italia e la sua vocazione nazionalista forte anche al meridione, ma meno nel ricco nord industriale, ed è stata criticata anche da diversi economisti e analisti, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che per quelli sociali, che rischierebbero di creare una frattura profonda nel Paese. (Ansa) “Ho detto più volte che il disegno di legge di Calderoli è come un treno che ha tre vagoni: quello dell’autonomia differenziata, quello dei diritti sociali e civili non più quantificati secondo il criterio ingiusto della spesa storica ma secondo i fabbisogni, e quello della perequazione“, ha commentato Occhiuto. Secondo il governatore, “se spinto dall’autonomia differenziata il treno arriva in stazione e porta con sé anche gli altri due vagoni, credo sia un grande risultato anche per le regioni del nostro Meridione dove oggi i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni. E per arrivare a un punto di parità servirebbero risorse importanti. Solo a parità di Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) posso dire di sì all’autonomia differenziata”. 

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Superbonus, Sapelli: “Provvedimento sbagliato. Ha illuso le imprese”


Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica, sul Superbonus: “E’ un provvedimento sbagliato. Ha fatto fallire le medie e piccole imprese”. Negli ultimi giorni il Superbonus è ritornato a far discutere e riacceso la polemica tra maggioranza e opposizioni. 

Nella conferenza stampa dopo l’ultimo Consiglio dei ministri il premier Meloni ha parlato di un “provvedimento scritto malissimo e che ha prodotto la più grande truffa ai danni dello Stato“. Immediata la replica da parte di Conte: “Accuse ridicole, le serve un capro espiatorio“. 
Giulio Sapelli in esclusiva ai nostri microfoni – Notizie.com – © Ansa 

 Di questo botta e risposta a distanza e del Superbonus Notizie.com ne ha parlato con Giulio Sapelli, professore ordinario di storia economica. Sapelli boccia il Superbonus: “E’ stato un grave errore” Sapelli ai nostri microfoni ha bocciato il Superbonus – Notizie.com – © Ansa 

 Professor Sapelli, in questi ultimi giorni è ritornato il dibattito sul Superbonus. Cosa pensa dello scontro tra Meloni e Conte? “Sicuramente il Superbonus è stato un errore. Il provvedimento ha favorito i grandi proprietari immobiliari e illuso le imprese con un beneficio solo temporaneo. Mentre su queste cose bisogna avere una politica di un lungo periodo. Parliamo quindi di una misura sbagliata fatta dal governo Conte. E Draghi ha fatto il gravissimo errore di continuare con questa politica. E’ stata un’operazione dissennata“. Quindi è d’accordo con le decisioni prese dal premier Meloni? “Assolutamente ragione. Anche se avrei utilizzato parole differenti rispetto a quelle dette dal premier“. Si parla di una spesa di 3,5 miliardi di euro.  “Non so se è questa la cifra, ma si è trattato sicuramente di spese importanti e sono stati soldi non spesi bene. Il Superbonus è servito solamente a far fallire le medie e piccole imprese“. 

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Mistero intorno alla scomparsa della Venere di Daniela Santanché: aperto fascicolo dalla Procura della Corte dei Conti

Il caso della "Venere Italia 23", meglio conosciuta come l'influencer virtuale creata da Daniela Santanché, continua ad alimentare discussioni e speculazioni. Secondo quanto riportato da fonti affidabili, la Procura della Corte dei Conti del Lazio ha deciso di avviare un fascicolo di indagine sulla campagna "Open to Meraviglia". Questa iniziativa, promossa dal Ministero del Turismo, è ormai ferma da oltre due mesi sui social media, destando curiosità e preoccupazione, soprattutto in piena stagione turistica.

L'ultimo post pubblicato su Instagram dalla "Venere Italia 23" risale al 27 giugno, quando l'influencer virtuale si trovava a Taormina, condividendo momenti di relax e bellezze paesaggistiche. Da allora, però, è calato un silenzio assordante: la protagonista della campagna "Open to Meraviglia" sembra essersi dileguata nel nulla. Questo ha spinto il Procuratore Regionale per il Lazio, Pio Silvestri, ad avviare un'istruttoria per chiarire le ragioni di questo repentino silenzio.

È interessante notare che l'operazione di lancio dell'influencer virtuale ha richiesto un investimento considerevole da parte dello Stato. Lo spot di presentazione della "Venere Italia 23" ha comportato una spesa di 138.000 euro, appena sotto la soglia che richiederebbe l'attivazione di una gara d'appalto. Questa decisione è stata presa a livello governativo, con il coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi. Il Dipartimento per l'Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha adottato la delibera a inizio aprile, affidando il servizio di creazione e realizzazione di un video promozionale per la campagna "per la valorizzazione dell'immagine dell'Italia e delle risorse turistiche del Paese".

Il motivo addotto per giustificare l'assenza di una gara è stato l'urgenza, considerando che il video promozionale doveva essere presentato durante un evento organizzato dal Ministero del Turismo il 20 aprile 2023. Tuttavia, i recenti sviluppi hanno sollevato dubbi sulla validità di questa giustificazione.

Il silenzio dell'influencer virtuale, secondo quanto dichiarato dal Ministero del Turismo in risposta alle domande di Huffpost, non è stato causato da ostacoli o problemi con l'agenzia di comunicazione responsabile della campagna. Piuttosto, è stata definita come "una scelta ponderata" finalizzata a ottimizzare le campagne pubblicitarie sul portale italia.it. Il Ministero ha sottolineato che questa strategia sta dando risultati positivi e che la "Venere Italia 23" tornerà a essere protagonista quando verranno implementate le prossime migliorie alla piattaforma.

L'avvio del fascicolo di indagine da parte della Procura della Corte dei Conti del Lazio rappresenta un nuovo capitolo in questa intrigante vicenda. Il mistero intorno alla scomparsa dell'influencer virtuale continua a sollevare domande e alimentare le congetture, mentre l'opinione pubblica attende con ansia ulteriori sviluppi e spiegazioni da parte delle autorità competenti.

 

Calenda: "Renzi? Mi sono pentito di averlo sostenuto". L'ex ministro intervistato dal Corriere della Sera


L'ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui ha espresso il suo rammarico per aver appoggiato Matteo Renzi nel 2014, quando era presidente del Consiglio. Calenda ha definito Renzi un "politico senza visione e senza scrupoli" che ha fatto "danni enormi al Paese".

Calenda ha spiegato che il suo sostegno a Renzi era motivato dalla speranza di realizzare riforme strutturali e di modernizzare l'Italia, ma che si è reso conto presto che il leader di Italia Viva era interessato solo al potere personale e alla propaganda. "Renzi ha sprecato una grande occasione per cambiare l'Italia. Ha fatto una riforma costituzionale sbagliata, ha creato il reddito di cittadinanza, ha indebolito la scuola e la sanità, ha favorito la nascita del Movimento 5 Stelle e della Lega al governo", ha detto Calenda.

L'ex ministro ha anche criticato l'operato di Renzi durante la pandemia, accusandolo di aver fatto ricatto al governo Conte per ottenere fondi per le sue clientele e di aver provocato una crisi politica in piena emergenza sanitaria ed economica. "Renzi ha dimostrato di essere irresponsabile e inaffidabile. Ha messo a repentaglio la stabilità del Paese e la credibilità dell'Italia in Europa", ha affermato Calenda.

Calenda ha poi parlato del suo progetto politico, Action, che si propone come alternativa al centrodestra e al centrosinistra. Calenda ha sottolineato che Action è un movimento civico e liberale, che punta a rinnovare la classe dirigente e a promuovere lo sviluppo sostenibile, l'innovazione, la meritocrazia e la coesione sociale. "Action vuole essere la voce di chi non si riconosce nei partiti tradizionali, di chi vuole un'Italia più moderna, più competitiva, più solidale", ha concluso Calenda.

Covid, il comunicato sull'obbligo vaccinale della Corte Costituzionale. E' legittimo

 

Covid, Corte Costituzionale: "Legittimo l'obbligo vaccinale per over 50 e specifiche categorie professionali"

La misura, introdotta dal governo Draghi, era stata contestata in diverse sedi giudiziarie.

Ecco il documento



Che succede alla benzina da questo dicembre?

Dalla mezzanotte del 1° dicembre è scattato il dimezzamento dello sconto, a causa dell'aumento delle accise. Il rialzo di 10 centesimi è stato previsto dal governo Meloni: per le casse dello Stato questo si tradurrà in un gettito di 317 milioni di euro in più (solo in un mese).

I prezzi dei carburanti tornano insomma a salire per la prima volta in nove mesi, cioè da quando a marzo il governo Draghi aveva approvato un decreto per tagliare i prezzi e contrastare l'aumento dovuto all'inflazione e alla guerra in Ucraina. Da allora lo sconto era stato prorogato ogni mese fino a novembre. Il 23 novembre scorso, come detto, il governo di Giorgia Meloni ha approvato un nuovo decreto che prevede una riduzione dello sconto a partire da oggi e per un mese.
Nel dettaglio, da oggi le accise sulla benzina salgono da 47,84 a 57,84 centesimi al litro, quelle sul gasolio da 36,74 a 46,74 euro al litro, quelle sul gpl da 18,26 a 26,67 centesimi al litro.

Questo significa che sulla base dei listini odierni dei carburanti, la benzina in modalità servito passerà da una media di 1,801 euro al litro a 1,923 euro/litro, mentre il gasolio da 1,885 euro volerà a 2,007 euro/litro, sfondando la
"soglia psicologica" dei 2 euro. Per il self, secondo i calcoli del Codacons, i prezzi alla pompa della verde passeranno da una media di 1,650 euro/litro di ieri a 1,772 euro di oggi, il diesel da 1,733 euro/litro a 1,855 euro/litro.

Un pieno di benzina o gasolio costerà 6,1 euro in più, con un aggravio pari a +146,4 euro a famiglia su base annua, considerando due pieni al mese.

Manovra fiscale alla Camera, esenzione dal pos sale a 60 euro

La manovra arriva alla Camera per una, annunciata, corsa contro il tempo con margini di modifica davvero ristretti e - allo stato - qualche incognita anche sul fronte delle coperture.

L'ultima bozza circolata in questi giorni non definisce, infatti, ancora alcune delle fonti di finanziamento a cui il governo attingerà.

Ci saranno sicuramente risparmi di spesa, come quelli sul Reddito, ma la norma sugli extraprofitti, che dovrebbero salire al 35% cambiando la base imponibile dal fatturato agli utili, rimane ancora vuota.

da Ansa

Giorgia Meloni (FdI): "Sono pronta ad assumermi la responsabilità di fare delle scelte anche se dovesse costare in termini elettorali. Siamo pronti a fare quello che è giusto per la Nazione e non per noi. Lo dimostra anche la scelta operata sul reddito di cittadinanza"

 

Manovra, il governo cancella l'obbligo di accettare il bancomat per i pagamenti sotto i 30 euro

 

Pagamenti elettronici, il governo di Giorgia Meloni in una bozza di stop all'obbligo per i commercianti di accettazione delle carte bancomat. E il tetto al contante schizza a 5000 euro

Nella bozza della Legge di Bilancio 2023 c'è una norma che riguarda i pagamenti con il POS. Prevede l'esenzione dall'obbligo di accettare le carte di credito e i bancomat per scontrini al di sotto dei 30 euro.

Secondo quanto previsto dalla manovra approvata in Cdm il ministero delle Imprese e del Made in Italy stabilirà entro giugno (180 giorni) i "criteri di esclusione al fine di garantire la proporzionalità della sanzione e di assicurare l'economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse".

Nel frattempo però "sono sospesi i procedimenti ed i termini per l'adozione delle sanzioni". Ovvero quelle che prevedevano un fisso di 30 euro più il 4% della transazione negata. Dopo l'esenzione per i tabaccai sulle marche da bollo, arriva quindi una nuova norma che piacerà ai commercianti. Sempre che non sorgeranno classi di clienti che inizieranno a servirsi maggiormente di Amazon (da casa loro) e di bar, ristoranti, negozi nei quali sono sicuri che il pagamento Bancomat non venga negato nemmeno per bassi importi.

Volt (partito politico) sui social: "Il governo Meloni prosegue in retromarcia.
Dopo il tetto al contante, abolito anche l'obbligo di accettare il POS per pagamenti inferiori a 30 euro. Ennesimo aiutino agli evasori. Continuando così, ci schianteremo."

Giorgia Meloni: "Confermato a 5mila euro il tetto per l'uso del contante. Tregua fiscale ma niente condono"

La Lega attacca duramente la Moratti sui social per le sue dimissioni

 

La Lega attacca duramente la Moratti sui social: pubblicata una card con una falce e martello sulla sua fronte. Ad ogni modo la sua figura sta preoccupando a destra e a sinistra.

Gian Marco Centinaio (Lega) a 'Un Giorno da Pecora': "Letizia Moratti? Errore non averla mandata a casa prima, non puoi avere il vicepresidente della Regione che spara sul presidente. Flirta da tempo con Renzi e Calenda".


Letizia Moratti, secondo Attilio Fontana, "guarda verso sinistra e non da oggi".

E quindi, per il presidente della Lombardia, "i dubbi che avevo espresso sul suo posizionamento politico erano fondati". Dopo le dimissioni della Moratti, Fontana ha deciso "di affidare la delega del Welfare al dottor Guido Bertolaso, protagonista della campagna vaccinale in Lombardia e profondo conoscitore della macchina operativa della sanità lombarda".

 da TGCom24 

Poi si conferma il rientro di Fabrizio Sala

È l'assessore all'Istruzione, Università, Ricerca, Innovazione e Semplificazione, Fabrizio Sala, di Forza Italia, ad assumere l'incarico di vicepresidente della Giunta regionale della Lombardia, dopo le dimissioni di Letizia Moratti. Il presidente della Regione, Attilio Fontana, gli ha conferito la carica questa mattina.
da SkyTG24

 

Governo Meloni partecipa a manifestazione fascista a Predappio

Augusta Montaruli, neo-sottosegretario (all'università e alla ricerca) nell'attuale compagine di governo, presente alla manifestazione neo fascista di Predappio del 30 ottobre scorso. Il gesto della presenza è simbolico, ma rimarca l'estremismo di questo governo, partecipante ad una Marcia su Roma dei nostri giorni, di sicuro meno moderato di quanto si possa pensare. Nella stessa manifestazione ci sono stati infatti indagini e accuse per "saluto romano", apologia di fascismo e altri reati estremisti minori.


In relazione al corteo di Predappio per il centenario della marcia su Roma, 8 persone sono state indagate per apologia del fascismo dopo aver fatto il saluto romano e ostentato simboli fascisti.

Ulteriori accertamenti sono in corso. Domenica circa 2mila persone si erano date appuntamento nel paese del Forlivese dove è nato e dove è sepolto Benito Mussolini: il corteo si era chiuso con i saluti romani.

da TGCom24

Rave Party a Modena, polizia impegnata in sgombero e per Predappio non c'è personale

 

Sembra proprio questo il finale di un week end acceso in diverse località italiane. Modena, rave party: i partecipanti puliranno lo stabile e poi lo lasceranno. È il risultato della mediazione tra forze dell’ordine e organizzazione. A Predappio invece si è consumata una manifestazione pubblica, senza controllo, con apologia di fascismo, partecipanti in divisa e simboli e gesti del duce ovunque, ma le forze dell'ordine erano assenti. Nuovo governo o erano impegnati altrove? 

Nell'area del rave party di Modena sono state avviate le operazioni di sgombero.

Gli agenti, con caschi e scudi, sono all'esterno del capannone mentre alcuni di loro trattano con gli organizzatori. Domenica il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, aveva dato mandato al prefetto di Modena e al capo della polizia di "adottare ogni iniziativa per interrompere l'evento e liberare l'area al più presto". I promotori dell'evento, al quale hanno partecipato migliaia di persone, avevano espresso l'intenzione di andare avanti fino a martedì.

da TGCom24 

A Modena presente anche il Ministro. Ma la manifestazione di Predappio non preoccupa.

Centinaia di nostalgici filo-fascisti sfilano per le strade di Predappio (FC) in un'orgia di simboli del Ventennio e fanno il saluto romano di fronte al cimitero — Leonardo Bianchi, giornaliste di Vice.

Il video



Cingolani al fianco di Meloni per l'energia, ma senza ministero

 

Quindi il ministero è stato cancellato, il MITE appunto, ora è stato istituito quello dell'Ambiente e dell'Energia e serve aiuto. Si chiede all'ex ministro Cingolani. Rimarrà al loro fianco per le pratiche complesse di negoziazione del tetto del gas

Farà comodo a Giorgia Meloni avere Roberto Cingolani a Palazzo Chigi come «advisor per l’energia». Farà comodo alla nuova premier perché sono troppe le partite aperte, da Piombino a Bruxelles, per fare a meno del sostegno (e della copertura) dell’ormai ex ministro della Transizione ecologica di Mario Draghi. L’annuncio del nuovo ruolo di Cingolani, discusso anche con Draghi stesso, è arrivato ieri.

Il fisico con un passato da fondatore dell’Istituto italiano di tecnologia e da «Chief technology and innovation officer» di Leonardo, il gruppo della difesa, opererà a fianco di Meloni e del nuovo ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. «Occorre terminare il lavoro sul tetto al prezzo del gas negoziato a Bruxelles e sul rigassificatore» ha spiegato ieri Cingolani, che coopererà con Meloni a titolo gratuito per «superare l’inverno vista l’emergenza in cui ci troviamo». E già la scelta dei dossier citati dall’ex ministro la dice lunga sul fatto che la premier dovrà mettersi a correre non appena tocca terra.
da Corriere

Elezione dei Capigruppo, ecco l'album dei definitivi eletti

Prime lamentele: "nessun ruolo per Noi Moderati nel gruppo misto, tutte le cariche sono andate alla Alleanza Verdi-Sinistra".

Luca Ciriani eletto capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato.

Giuseppe DeCristofaro, senatore di Sinistra Italiana, eletto capogruppo del gruppo misto al Senato.

Licia Ronzulli eletta capogruppo di Forza Italia al Senato

Massimiliano Romeo eletto capogruppo della Lega al Senato.

Simona Malpezzi eletta capogruppo del Partito Democratico al Senato


Arrivano i Capigruppo, riconferme da FdI, Lega e Pd

Berlusconi indica Ronzulli e Cattaneo

E' il giorno dell'elezione dei capigruppo di Montecitorio e Palazzo Madama Convocate nel pomeriggio le assemblee del Senato e della Camera per eleggere i presidenti dei gruppi parlamentari. 

FdI conferma i capigruppo uscenti, Lollobrigida al Senato e Ciriani alla Camera.Berlusconi indica Ronzulli per Palazzo Madama e Cattaneo a Montecitorio.
Anche la Lega si avvia a confermare Romeo al Senato e Molinari alla Camera. 

Letta (Pd) chiede di confermare Malpezzi (Senato) e Serracchiani (Camera).

E' la novità che segna - almeno ufficialmente - il superamento delle incomprensioni tra i due leader, esplose nel giorno del mancato voto di Forza Italia al presidente del Senato, acuite dal braccio di ferro del Cavaliere per 'salvare' la sua fedelissima Licia Ronzulli (battaglia persa) e sfociate negli appunti feroci sulla sua ex ministra. Il sigillo arriva con la nota congiunta dei due partiti: "L'incontro si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione". Dichiarazioni a parte, il mood è cambiato ed è Meloni a tradurlo in parole: "Ora guardiamo avanti e pensiamo a dare un governo al Paese", gli avrebbe detto per andare oltre. Ma Berlusconi non è convinto. Nel faccia a faccia insiste a lungo perché Elisabetta Casellati sia nella squadra di governo - e sembra di averla spuntata per lei, con il ministero delle Riforme - avrebbe chiesto espressamente il presidente della Croce rossa, Francesco Rocca, al ministero della Salute e il ruolo di vicepremier per Antonio Tajani. Quando esce non è soddisfatto, ma non può che accettare. L'incontro riparatore finisce insomma con una tregua forzata, ma necessaria per far decollare il governo di centrodestra. "I due leader sono al lavoro per dare il più presto possibile all'Italia un governo forte, coeso e di alto profilo - recita ancora la nota - che si metta subito al lavoro per affrontare le urgenze" citando l'impegno sui dossier economici più urgenti, a partire dal caro energia. Un risultato a cui però Berlusconi arriva "malavoglia". Il patriarca azzurro non nasconde ai suoi il disappunto per essere andato a Canossa, dalla premier in pectore che incontra nella sede di Fratelli d'Italia. In via della Scrofa, a memoria dei cronisti, non è mai entrato. Se lo ricorda invece Ignazio La Russa, rammentando una visita del Cav quando c'era il Movimento sociale. E' la seconda volta di una sua trasferta politica - la prima fu al Nazareno da Matteo Renzi, il 18 gennaio 2014 - e il cambio di location, rispetto ad Arcore o Villa Grande, pesa. Emblematiche, in questo senso, sono le facce dei leader, che parlano e dicono altro rispetto alla nota comune. All'uscita, Berlusconi passa dal cortile e sale in macchina. Sguardo fisso e faccia seria, l'espressione è più che perplessa. Un po' tirata sembra pure la padrona di casa: quando arriva l'ex premier, lo accoglie in cortile e accenna un sorriso. Forse per rompere il ghiaccio - come racconta chi era lì vicino - il Cav si scusa per il ritardo (circa mezz'ora, rispetto alle 16 previste) ma Meloni glissa e gli fa strada. Oltre alla novità del 'dove', per il fondatore di FI cambia il 'come': da FdI ci arriva da solo, nessuno dei suoi storici consiglieri lo affianca e i due parlano a quattr'occhi. Rigorosamente da soli, secondo quanto si apprende, non si sa se per richiesta di Meloni. A vertice in corso, La Russa sparge fiducia: "Sicuramente andrà bene, me lo auguro e ne sono convinto", dice ai cronisti a conferma forse del ruolo di mediatore tentato nei giorni scorsi. Ottimista è pure Matteo Salvini: "Smentiti i gufi e la sinistra, il centrodestra è determinato a partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria - ribadisce - per poi offrire al più presto un governo all'altezza delle aspettative degli italiani". Ancora più soddisfatto sembra Francesco Lollobrigida, braccio destro meloniano: "Anche questa volta gli avvoltoi resteranno senza pasto". E' lui ad avanzare pure la speranza che il nuovo governo "possa giurare la settimana prossima e presentarsi alle Camere per la fiducia". Un auspicio dettato dal possibile timing per il nuovo governo: una volta dato l'incarico, le consultazioni potrebbero cominciare tra giovedì o venerdì (in quest'ultimo caso il presidente Mattarella aspetterebbe la fine del Consiglio europeo che si chiuderebbe venerdì pomeriggio) per arrivare al giuramento domenica o lunedì.

da Ansa

Fontana eletto presidente della Camera, La Russa al Senato. Uno sfregio all'Italia, ma quale Italia?

 

Mentre qualcuno parla di sfregio all'Italia, votare filo-fascisti ha fatto arrivare i filo-fascisti ai piani più alti dello Stato. Logica conclusione, inutile lamentarsi

Dopo l'elezione, non senza qualche sorpresa, di Ignazio La Russa a presidente del Senato, a Montecitorio i neo-deputati hanno eletto al quarto scrutinio, che prevede la maggioranza assoluta dei voti, il leghista Lorenzo Fontana (ecco chi è il fedelissimo di Matteo Salvini). Nell'aula di Montecitorio immediato è scattato l'applauso dei parlamentari del centrodestra. Fontana ha ottenuto 222 voti. È il sedicesimo presidente e il secondo esponente della Lega a ricoprire la terza carica dello Stato, dopo Veronica Pivetti. Soddisfatta Giorgia Meloni: "Anche qui alla Camera buona la prima. Stiamo procedendo in modo spedito". Secondo fonti del Pd, a festeggiare per l'elezione di Fontana "il primo a festeggiare è Vladimir Putin". Per Matteo Salvini, "Fontana sarà in grado di rappresentare tutte e tutti". Il leader della Lega, poi, si dice sicuro che il centrodestra andrà unito alle consultazioni al Quirinale: è "ovvio e certo". Nel discorso di insediamento Lorenzo Fontana ha parlato delle autonomie, di Papa Francesco e Sergio Mattarella.

da TGCom 24

Intanto il PD con Letta

"Peggio di così nemmeno con l'immaginazione più sfrenata. L'Italia non merita questo sfregio. #Fontana". Così twitta il segretario Pd Letta per l'elezione di Fontana a presidente della Camera.
Della Vedova,segretario di Più Europa: "Quella di Salvini, Meloni e Berlusconi è stata una scelta prepotente ed estremista".Per Fratoianni (SI):"Ammirazione per Putin,odio per le donne e i 'diversi'. A Montecitorio l'ultrà leghista".
E Renzi (Iv): "Non abbiamo votato La Russa e Fontana, ma rispetto il voto".

Bossi morto, in parlamento, ma si riconta e resuscita

 

Il ministero dell'Interno ha pubblicato un aggiornamento della ripartizione dei seggi proporzionali della Camera dei deputati in alcuni collegi plurinominali. Ecco chi entra e chi esce dopo le correzioni delle liste. Bossi entra

Umberto Bossi, che risultava fuori dal Parlamento nel collegio plurinominale di Lombardia 2 (Varese), rientra ora nell'elenco degli eletti secondo il Viminale. È quanto viene evidenziato dal sito Eligendo del ministero dell'Interno, che ha pubblicato un aggiornamento della ripartizione dei seggi proporzionali della Camera dei deputati in alcuni collegi plurinominali. Ecco chi entra e chi esce dopo le correzioni delle liste.

da TGCOM24

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