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Schlein prepara la campagna d’autunno: ecco tutti i temi

 

Terminate le vacanze estive, Elly Schlein è pronta a tornare dietro i banchi del Parlamento. Ecco quali saranno i temi principali che saranno al centro della campagna del Pd. E’ tempo di ritornare al lavoro per Elly Schlein. 

La segretaria del Pd ha terminato la sua pausa estiva e, come riportato dall’Agi, è pronta a riprendere le battaglie che hanno caratterizzato gli ultimi mesi dei dem. Elly Schlein e la sua campagna d’autunno – Notizie.com – © Ansa 

Fari puntati, quindi, sul salario minimo, sanità pubblica, ma anche scuola e Pnrr. Senza dimenticare le risorse che sono destinate alla ricostruzione delle zone dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione. Contemporaneamente, il Partito Democratico porterà avanti il suo percorso sulla manovra. “Il Pd non accetterà ulteriori tagli alla sanità pubblica“, continua a dire la leader dem in vista delle prossime settimane. Le Europee Elly Schlein prepara anche le Europee – Notizie.com – © Ansa 

Naturalmente nei prossimi mesi l’attenzione sarà rivolta anche alle Europee. Si tratta forse del primo vero test per la sua segreteria e la speranza è quella di un cambio di passo importante anche se, come confermato da Mannheimer ai nostri microfoni, per il momento i sondaggi confermano il Pd intorno al 20%. Una percentuale che, secondo quanto riferito da fonti della minoranza interna al Pd, ci potrebbero essere dei problemi per la segreteria. Da qui la necessità di sfruttare questi mesi per mettere in campo una campagna elettorale importante e, soprattutto, scegliere nomi in grado di poter garantire dei voti importanti. Pd, ecco i possibili nomi per le Europee Saviano candidato con il Pd alle Europee? – Notizie.com – © Ansa 

Stando a quanto riferito dall’Agi, la Schlein starebbe pensando di inserire in lista gli eurodeputati uscenti oltre esponenti vicini a lei, ma anche i sindaci. Si tratta di esponenti vicini comunque alla minoranza, ma che consentirebbero alla segretaria di cercare di massimizzare al meglio il risultato schierando personaggi che hanno un seguito importante nei territori. Non è da escludere la possibilità di schierare in questa corsa anche personaggi fuori dal mondo della politica. Al momento è tramontata l’ipotesi di Lucia Annunziata. Si parla anche di Saviano e Strada, ma sono solamente nomi e fino a questo momento non si hanno certezze. 

 

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Strage di Ustica, Bobo Craxi: “Mio padre non ha mai parlato con Gheddafi”

 

Il figlio di Bettino Craxi, in esclusiva per Notizie.com, torna sulle parole di Giuliano Amato: “La sua è una delle tante ipotesi fatte. Colloqui con Gheddafi? Nessuno. Con lui parlava Agnelli” 

Le parole di Giuliano Amato sulla strage di Ustica continuano a far discutere. L’ex Premier ha tirato in ballo anche Bettino Craxi che, avrebbe avvisato Gheddafi del possibile attentato nei suoi confronti, organizzato da Stati Uniti e Francia. “Amato sostiene che siano stati i francesi perché volevano colpire Gheddafi e dentro il ragionamento fa il nome di mio padre – dichiara in esclusiva a Notizie.com Bobo Craxi, figlio di Bettino -. 

In realtà non è andata così. In passato si sono dette molte cose e il ruolo di Gheddafi era entrato spesso nella vicenda”. Bobo Craxi sulle parole di Amato su Ustica. Notizie.com Bobo Craxi, è rimasto stupito dalle parole di Amato? “Sono andato a rivedere bene le interviste del passato. Amato queste cose le ha dette anche precedentemente. 

La domanda è, come mai Repubblica metta in primo piano l’intervista di Amato sul caso Ustica, essendo passati un po’ di anni e sebbene questa tesi non sia avvalorata dai tribunali, che si limitano a scolpire una sentenza di probabilità? La magistratura italiana non arriva a una conclusione oggettiva. Si limita a dire che è presumibile che sia stato un agente esterno a far deflagrare il velivolo. Amato, deponendo di fronte alle commissioni, sostiene che ci fu un intervento” 

Amato tira in ballo suo padre “Nessuno ha la verità, su questo punto ci sono due versioni contrapposte che non sono giunte alla medesima conclusione dopo anni. Io mi sono limitato a correggere un’imprecisione, per quanto rilevante, ma comunque un’imprecisione rispetto al ruolo di mio padre in questa vicenda che è inesistente”. Esclude che suo padre possa aver avvisato Gheddafi del pericolo in cui poteva incorrere? “Mio padre non ha avuto nessun colloquio con Gheddafi all’epoca e non li ha mai avuti in vita sua. Quando si trattò di evitare per Gheddafi una fine tragica, attraverso un altro attentato, lui si limitò a non sostenere l’operazione militare americana, ma questo è avvenuto 6 anni dopo. I rapporti ce li aveva l’avvocato Agnelli in quel periodo”. Secondo lei si arriverà mai a trovare la verità su questa vicenda? “Intanto mi pare che non ci si sia dati molto da fare in questi ultimi 20 anni, quindi bisognerebbe chiederlo ai governi che si sono succeduti. L’ultimo a occuparsene se non sbaglio fu proprio quello di Giuliano Amato. Recentemente non ho letto ulteriori approfondimenti. 

Mi auguro di sì, la vicenda va considerata e inserita in un contesto che è quello della Guerra Fredda”. Bobo Craxi, figlio di Bettino, torna sulle parole di Amato – Notizie.com Cioè? Tutti  questi episodi, gli attentati, gli omicidi avvenuti in quegli anni, rientrano in quel contesto specifico. Una volta finita la Guerra Fredda nessuno, nel nostro Paese ha voluto realmente attuare una revisione. Un’analisi completa. La Guerra Fredda è finita nel 1989. si capisce bene che in questi trent’anni si è fatto di tutto tranne che cercare di voltarsi e trovare soluzioni sui fatti del passato.  Ci sono stati uomini politici convinti che non tutto sia stato detto. Soprattutto su quanto la Guerra Fredda abbia influito sulle vicende politiche in corso dal 1992. 

L’impressione è che la fine della Prima Repubblica e l’omicidio politico di alcune personalità, avevano tutta l’aria di una resa dei conti, da fine della Guerra Fredda. Questo è il contesto in cui bisogna ragionare. Al di là del fatto specifico, che capisco bene non essere secondario, anche dal punto di vista del risarcimento delle vittime. Fare emergere i colpevoli è responsabilità e dovere di qualsiasi Stato. Le istituzioni italiane mi pare non siano state capaci di arrivare a una conclusione condivisa e la tesi di Giuliano Amato è una tesi, che in qualche modo può dare un contributo di verità” 

 

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Caivano, minacce a Meloni: la premier non si fa intimidire e risponde

 

Caivano, minacce di morte sui social network a Giorgia Meloni: la premier risponde agli haters e non si lascia affatto intimidire  

Nella serata di domani, giovedì 31 agosto, è prevista la sua presenza al ‘Parco Verde‘ di Caivano. Ovvero il posto in cui, nei primi giorni del mese di agosto, sono state violentate sessualmente due ragazzine di 12 anni. Entrambe cugine. Da parte di altri minorenni, ma poco più grandi di loro. 

Giorgia Meloni è pronta a dare un segnale importante, confermando che il governo c’è e si schiererà al fianco di tutte le persone perbene che abitano lì ed anche alle famiglie vittime di questa orribile vicenda. Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com 

Tanto è vero che anche la madre di una di loro ha invitato la premier a recarsi nel napoletano. Stesso discorso anche per Don Patriciello nella manifestazione che si è tenuta nella serata di ieri (dove hanno partecipato solamente in 200). Nel frattempo, però, sui social network sono apparse anche alcune minacce di morte nei confronti della presidente del Consiglio. C’è addirittura chi le augura la morte proprio nella città napoletana e chi invece le augura il peggio. Al tempo stesso, però, la Meloni non si è lasciata affatto intimidire ed ha risposto a queste minacce contro di lei. 

Caivano, minacce alla premier Meloni: la risposta non si fa attender e La sua presenza, all‘Istituto Morano di Caivano al Parco Verde, è confermata. Insieme a lei ci sarà anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Nel frattempo la premier ha risposto per le rime a coloro che stanno cercando di metterle i bastoni tra le ruote. Questo il suo post in merito a quanto è accaduto nelle ultime ore: “Ringrazio quanti hanno espresso vicinanza in merito alle minacce ricevute in vista della mia visita a Caivano. Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata questo governo non farà passi indietro“. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 

 Le minacce nei suoi confronti sono dovute al fatto che il governo ha interrotto il ‘Reddito di Cittadinanza’. Minacce che, a dire il vero, sono suonate come un campanello d’allarme per Palazzo Chigi. Una utente di Caserta l’ha messa addirittura in guardia: “Io ti consiglierei di stare a casa perché le persone sono infuriate, 160mila famiglie senza Rdc, senza spesa, sei sicura che tornerai a casa“. In merito alla sua trasferta a Caivano c’è chi le ha scritto: “Magari se ne va con qualche ammaccatura così capisce i guai che ha fatto“, “Si merita il peggio” e molto altro ancora. 

 

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Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?”


Alla vigilia della visita del presidente del Consiglio Giorgia  Meloni al Parco Verde di Caivano (Napoli), luogo-simbolo di degrado, violenza e abbandono, arrivano minacce sociale all’indirizzo della premier. “Io ti consiglierei di stare a casa” 
 L’odio social raggiunge di nuovo la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della sua visita al Parco Verde di Caivano. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 
 In alcuni commenti infatti comparsi dopo  l’annuncio del presidente del Consiglio di raccogliere la “preghiera” di don Patricello,  sono tornate le minacce, stavolta e per fortuna  virtuali. Frasi pesanti, senza troppi giri di parole che in realtà trovano causa dell’odio social in un elemento cardine: il capo del governo è evidentemente ritenuta responsabile del fatto che a migliaia di famiglie, comprese quelle nel napoletano, sia stato tolto il reddito di cittadinanza.  “Io ti consiglierei di stare a casa”, ha scritto  una ragazza campana, aggiungendo “sei sicura che tornerai?”. 
Piu’ esplicita un’altra donna, che nei commenti dice  rivolgendosi direttamente al premier: “Speriamo rimani morta a Caivano”, mentre dal profilo di un laboratorio artigianale, sempre nei commenti, esprimono la speranza che almeno Meloni vada via da Caivano “con qualche ammaccatura”. Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?” Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com, foto Ansa 
 Quindi dopo le minacce nei cortei, si sono aggiunte quelle via web. Va ricordato infatti che nei giorni successivi all’ufficializzazione della revoca del sussidio, sono state diverse le manifestazioni di protesta, concentrate soprattutto nell’area di Napoli, e nel corso di queste ci sono stati anche cori violenti e minacce di morte nei confronti del premier. Questa mattina poi la coda, ci si augura definitiva e senza conseguenze, rispetto all’annuncio e alla conferma che Meloni a Caivano ci sarà. 
Certo, il suo arrivo al Parco Verde, è per ora simbolo di presenza ma soprattutto di supporto, a coloro (troppo pochi in realtà) che da anni denunciano il degrado, l’assenza dello Stato, nel comune campano vicino Napoli divenuto negli ultimi giorni oggetto di attenzioni di stampa, magistratura  e forze dell’ordine. Le violenze nei confronti di due cuginette di 10 e 12 anni non possono lasciare indifferenti e insensibili. 
 E a proposito di minacce, va registrato il grido di dolore della madre di una delle due ragazzine presumibilmente abusate. La donna, attraverso il proprio legale, Angelo Pisani si è abbandonata ad uno sfogo duro e doloroso, rivolto indirettamente proprio al presidente del Consiglio Meloni: “Minacciati, derubati, costretti a vivere chiusi in casa. Stiamo subendo minacce dal quartiere, hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro: ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e da mia nipote” 

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Autonomia, Occhiuto: “No a dogmi, ma ci sono obblighi”

Il presidente della Regione Calabria Occhiuto parla disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato dal leghista Roberto Calderoli e che il governo Meloni sta valutando. Secondo la visione di Occhiuto, “si può dire sì solo a parità di lep”, ma “servono risorse importanti”. Intervista da Il Giornale, Occhiuto ha infatti spiegato che “ad oggi al Sud i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni”.  “Non ho una posizione dogmatica. 

Si tratta di una possibilità contemplata dall’articolo 116 della Costituzione (sezione peraltro riformata quando era al governo il centrosinistra)”, ha detto il governatore in un’intervista rilasciata al quotidiano diretto da Augusto Minzolini. Roberto Occhiuto ANSA/LUIGI SALSINI “Gli articoli successivi parlano di obblighi e non di possibilità. Come l’obbligo di garantire tutti i diritti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, sia che un cittadino viva a Crotone sia che viva a Sondrio. Come anche l’obbligo della perequazione. In verità sia la possibilità dell’autonomia differenziata, sia la garanzia dei diritti sociali e civili e l’obbligo della perequazione non mi sembra siano stati attuati come prescrive il titolo quinto della Costituzione”. 

La proposta presentata da Calderoli, infatti, ad ora risulta particolarmente contestata perché rischia di fare aumentare il divario tra Nord e Sud. Cosa ne pensa Occhiuto del disegno di legge proposto da Calderoli Per autonomia differenziata si intende il riconoscimento dell’attribuzione, a una regione a statuto ordinario, di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente o, in alcuni casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme a queste, però, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che a quel punto non verrebbe più distribuito su base nazionale in base alle necessità collettive. Una concessione, quella di “forme e condizioni particolari di autonomia” alle regioni a statuto ordinario, già prevista dalla Costituzione italiana, nel terzo comma dell’articolo 116 in cui si cita la possibilità di attribuire queste competenze “con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata”. Un comma tuttavia mai attuato per via delle differenze economiche e sociali tra regioni, che rischierebbero di rendere questa possibilità per alcuni particolarmente dannosa. Per questa stessa ragione, la proposta ha creato dubbi all’interno della maggioranza, in particolarmente per Fratelli d’Italia e la sua vocazione nazionalista forte anche al meridione, ma meno nel ricco nord industriale, ed è stata criticata anche da diversi economisti e analisti, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che per quelli sociali, che rischierebbero di creare una frattura profonda nel Paese. (Ansa) “Ho detto più volte che il disegno di legge di Calderoli è come un treno che ha tre vagoni: quello dell’autonomia differenziata, quello dei diritti sociali e civili non più quantificati secondo il criterio ingiusto della spesa storica ma secondo i fabbisogni, e quello della perequazione“, ha commentato Occhiuto. Secondo il governatore, “se spinto dall’autonomia differenziata il treno arriva in stazione e porta con sé anche gli altri due vagoni, credo sia un grande risultato anche per le regioni del nostro Meridione dove oggi i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni. E per arrivare a un punto di parità servirebbero risorse importanti. Solo a parità di Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) posso dire di sì all’autonomia differenziata”. 

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