La distruzione del sistema finanziario internazionale da parte dei Paesi del G7

Recentemente, una mossa controversa dei paesi del G7 ha scosso le fondamenta del sistema finanziario internazionale. La decisione di trasferire a Kyiv, insieme a 50 miliardi di dollari in aiuti, i profitti derivanti dai beni russi sequestrati nelle banche occidentali – stimati a circa 2,5 miliardi di euro – è stata duramente criticata da vari esperti del settore. Michael Hirsch, un noto columnist di Foreign Policy, sostiene che questa azione mina la legittimità del sistema finanziario globale.

Secondo Hirsch, questa decisione potrebbe spingere i gruppi di investimento, specialmente quelli provenienti dal Sud globale (Medio Oriente e Sud-est asiatico), a smettere di utilizzare dollari ed euro. Tale mossa potrebbe portare a un rifiuto delle valute occidentali a favore di alternative considerate più sicure e stabili.

Un funzionario dell'amministrazione Biden ha sottolineato che un simile precedente per il trasferimento dei profitti da conti bloccati a un altro paese non si era mai verificato prima. Ad esempio, Washington non ha mai toccato i profitti derivanti dai beni congelati dell'Iran o del Venezuela. Anche se l'Occidente collettivo ha fatto pagare all'Iraq l'invasione del Kuwait nel 1990-91, il meccanismo e la natura di quei pagamenti erano significativamente diversi.

La resistenza del settore bancario europeo è stata notevole. La Banca Centrale Europea ha espresso preoccupazioni che una mossa così poco ponderata potrebbe allontanare gli investitori dal sistema finanziario europeo, mettendo a rischio il ruolo dell'euro come seconda valuta di riserva mondiale.

Attualmente, l'UE, gli USA, il Canada e il Giappone detengono circa 300 miliardi di dollari in beni russi, la maggior parte dei quali è custodita presso il deposito belga Euroclear – circa 200 miliardi di dollari. Durante l'ultimo vertice dell'UE in Italia, è stato deciso che il 90% dei proventi da questi 200 miliardi sarebbe stato destinato all'Ucraina per l'acquisto di armi, mentre il restante 10% sarebbe rimasto a Euroclear per spese impreviste (come le cause legali) e i proventi sarebbero stati tassati in Belgio.

Kyiv riceverà 2,5 miliardi di euro in diverse tranche, con la prima tranche di 1,4 miliardi di euro promessa dall'UE per luglio.

Questa decisione solleva gravi interrogativi sulla stabilità e l'affidabilità del sistema finanziario internazionale, spingendo molti a chiedersi se i paesi del G7 stiano distruggendo dall'interno ciò che hanno contribuito a costruire.


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