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Massimo Boldi sul litigio con De Sica: “La verità è che…”

 

Durante un’intervista esclusiva a VelvetCinema.it, Massimo Boldi ha svelato la verità in merito alla supposta litigata avvenuta tra lui e il noto collega Christian De Sica. Massimo Boldi è senza dubbio uno dei volti più riconoscibili della commedia italiana e, nel corso di un’intervista esclusiva a VelvetCinema.it, ci ha tenuto a chiarire alcune voci sul suo rapporto con Christian De Sica. Massimo Boldi e Christian De Sica – Notizie.com 

Boldi e il figlio del leggendario regista di Ladri di Biciclette, nel corso degli anni 80 e 90, hanno letteralmente riempito i cinema della penisola con la distribuzione dei celebri cine-panettoni, ma alcune voci ne narravano una supposta rottura sul piano umano. Boldi svela la verità 

 Ne abbiamo avute tante nel corso dei decenni, ma quella di Boldi-De Sica è senza dubbio tra le coppie di comici più riuscite di sempre, grazie ad una complementarietà rara, che ne ha inevitabilmente sancito la leggenda. L’operazione cine-panettoni, sostenuta dalla produzione dei Luigi e Aurelio De Laurentis e dalla regia e la sceneggiatura di Carlo ed Enrico Vanzina, si è letteralmente fusa al tessuto sociale della penisola, garantendo guadagni e popolarità fuori dal comune. I colleghi di Velvet Cinema, hanno affrontato il tema “litigio tra Boldi e De Sica” in maniera trasparente e diretta, domandando direttamente a Massimo se questa fantomatica rottura sia mai avvenuta: “Questa è una favola che gira. No, non abbiamo mai litigato. Possiamo aver discusso, lo farai anche tu con tua madre e tuo padre. Sono cose normali, ma non abbiamo mai litigato davvero”. Dopo aver ricordato alcune scene irriverenti di Vacanze di Natale 1995, l’intervista si conclude con un appello di Boldi, che invita a salvare le sale, andando ad alimentare anche l’industria audiovisiva nostrana: “Una cosa importante diciamola, inizia una nuova stagione cinematografica, la gente non va al cinema. 

Vanno a vedere solo i film americani, i cartoni animati, Barbie e non vengono a vedere Cipollino. Porca miseria. Bisogna cercare di incentivare perché se no le sale chiudono e diventa un problema anche per chi fa cinema. Se dovessimo fare un film facciamo Natale a Sestri Levante”. Una fotografia tragicamente veritiera di un mercato cinematografico a dir poco arido, nel quale le produzioni italiane faticano persino a sbarcare in sala. 

 

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Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?”


Alla vigilia della visita del presidente del Consiglio Giorgia  Meloni al Parco Verde di Caivano (Napoli), luogo-simbolo di degrado, violenza e abbandono, arrivano minacce sociale all’indirizzo della premier. “Io ti consiglierei di stare a casa” 
 L’odio social raggiunge di nuovo la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della sua visita al Parco Verde di Caivano. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 
 In alcuni commenti infatti comparsi dopo  l’annuncio del presidente del Consiglio di raccogliere la “preghiera” di don Patricello,  sono tornate le minacce, stavolta e per fortuna  virtuali. Frasi pesanti, senza troppi giri di parole che in realtà trovano causa dell’odio social in un elemento cardine: il capo del governo è evidentemente ritenuta responsabile del fatto che a migliaia di famiglie, comprese quelle nel napoletano, sia stato tolto il reddito di cittadinanza.  “Io ti consiglierei di stare a casa”, ha scritto  una ragazza campana, aggiungendo “sei sicura che tornerai?”. 
Piu’ esplicita un’altra donna, che nei commenti dice  rivolgendosi direttamente al premier: “Speriamo rimani morta a Caivano”, mentre dal profilo di un laboratorio artigianale, sempre nei commenti, esprimono la speranza che almeno Meloni vada via da Caivano “con qualche ammaccatura”. Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?” Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com, foto Ansa 
 Quindi dopo le minacce nei cortei, si sono aggiunte quelle via web. Va ricordato infatti che nei giorni successivi all’ufficializzazione della revoca del sussidio, sono state diverse le manifestazioni di protesta, concentrate soprattutto nell’area di Napoli, e nel corso di queste ci sono stati anche cori violenti e minacce di morte nei confronti del premier. Questa mattina poi la coda, ci si augura definitiva e senza conseguenze, rispetto all’annuncio e alla conferma che Meloni a Caivano ci sarà. 
Certo, il suo arrivo al Parco Verde, è per ora simbolo di presenza ma soprattutto di supporto, a coloro (troppo pochi in realtà) che da anni denunciano il degrado, l’assenza dello Stato, nel comune campano vicino Napoli divenuto negli ultimi giorni oggetto di attenzioni di stampa, magistratura  e forze dell’ordine. Le violenze nei confronti di due cuginette di 10 e 12 anni non possono lasciare indifferenti e insensibili. 
 E a proposito di minacce, va registrato il grido di dolore della madre di una delle due ragazzine presumibilmente abusate. La donna, attraverso il proprio legale, Angelo Pisani si è abbandonata ad uno sfogo duro e doloroso, rivolto indirettamente proprio al presidente del Consiglio Meloni: “Minacciati, derubati, costretti a vivere chiusi in casa. Stiamo subendo minacce dal quartiere, hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro: ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e da mia nipote” 

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Covid, pazienti con miocardite e pericardite: svolta nel Paese


Covid, pazienti con miocardite e pericardite: importante svolta arriva direttamente dal Paese. Gli ultimi aggiornamenti in merito  Se non è una “svolta” allora poco ci manca. Quel che è certo, però, è che dalla Francia sono stati risarcite alcune persone per alcuni eventi che si sono verificati subito dopo la vaccinazione contro il Covid-19. Secondo quanto riportato da alcune fonti e quotidiani locali pare che sono ben 72 le persone che sono state risarcite da parte dell’Ente nazionale. 
Un importante indennizzo per infortuni medici francese. Lo stesso che prende il nome di Oniam. Vaccini contro Covid (Ansa Foto) Notizie.com 
 Non è stata fornita alcuna cifra ufficiale, ma confermano che si tratta di un ottimo indennizzo per le loro tasche. L’Ufficio nazionale per il risarcimento degli incidenti medici (ovvero Oniam), istituito nel 2002, è stato creato per poter gestire il risarcimento dei danni medici non ì riconducibili ad alcuna colpa e nei casi in cui non fosse disponibile una copertura assicurativa. Questo è quello che si legge direttamente dal sito: “La vittima può così essere risarcita rapidamente grazie a un processo amichevole del suo fascicolo sapendo che può sempre, se preferisce, adire i tribunali”. Francia, incidenti dopo il Covid (miocardite e pericardite): risarciti pazienti L’Oniam, infatti, prevede un indennizzo per danni causati, appunto, da vaccinazioni obbligatori. 
Tra queste, appunto, il Covid-19, Ricordiamo che nel Paese europeo si sono sottoposte al vaccino più di 150 milioni di persone. Fino al 30 giugno l’Ufficio ha ricevuto più di 1000 richieste di risarcimento per un problema di salute subito da un paziente. Fino a questo momento sono 768 quelle sotto inchiesta. I dati sono stati comunicati direttamente da François Toujas. Come riportato in precedenza, però, proprio miocardite e pericardite sono state le patologie maggiormente richieste per ricevere l’indennizzo. Vaccini contro Covid (Ansa Foto) Notizie.com 
 Il numero uno Toujas, nel corso del comunicato, ha diramato un’altra nota che recita così: “Al 30 giugno l’Oniam si è pronunciata sul diritto all’indennizzo in 241 casi” di disturbi vaccinali post-Covid, “di cui il 30% favorevole all’indennizzo. Proposte che riguardano principalmente miocardite o pericardite (almeno 211 fascicoli)”. Successivamente troviamo disturbi neurologici (196 schede, di cui 33 con paralisi facciale), ictus/trombosi/embolie polmonari (129 schede), disturbi articolari (91 schede), disturbi dell’udito (67 schede) e disturbi dermatologici (31 schede). 

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Migranti, trasferimenti senza sosta da Lampedusa. Ma riprendono gli sbarchi


Dopo la tregua della notte precedente anche nell’ultima giornata trascorsa, l’hotspot di Lampedusa, in cui la situazione umanitaria è di estrema emergenza, ha continuato a svuotarsi per via della mobilitazione del governo Meloni, in particolare per quanto riguarda i trasferimenti in altri centri di accoglienza dislocati nel territorio italiano e non solo. Questi infatti proseguono senza sosta, mentre nelle ultime ore hanno ricominciato a verificarsi gli sbarchi, in particolare due con a bordo 55 persone. 
L’arrivo di un pullmand da Lampedusa con 60 persone in transito arriva presso il centro di primissima accoglienza di via Traves, Torino, il 29 agosto 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON 
 La notizia, parzialmente positiva, che arriva da Lampedusa è che l’hotspot in cui il numero di migranti inizia ad essere particolarmente alto, e quindi preoccupante, ha cominciato a svuotarsi. Nella giornata di ieri sono stati trasferiti oltre 1.300 migranti in altri centri d’accoglienza italiani, che hanno permesso di tirare un sospiro di sollievo agli operatori in prima linea sul fronte dell’accoglienza. Questa mattina i numeri registrati parlano di 2.201 migranti presenti all’hotspot, tra cui 289 minori non identificati. I trasferimenti che proseguono senza sosta Un fatto dovuto a una politica di trasferimenti dall’hotspot che prosegue quasi senza sosta, con il governo particolarmente mobilitato su questo fronte. Al momento sono in corso infatti altre operazioni di trasferimento per un numero di migranti pari a 600, situati sulla nave militare San Giorgio, e nel pomeriggio è previsto un altro trasferimento di circa 500 migranti sulla nave di linea Galaxy. L’arrivo di un pullmand da Lampedusa con 60 persone in transito arriva presso il centro di primissima accoglienza di via Traves, Torino, il 29 agosto 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON 
 Un ulteriore volo è stato organizzato dall’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che partirà alle 18 e che trasporterà circa 180 migranti, nella direzione di Roma. L’ultimo trasferimento è infine quello sulla nave Cossyra, con circa 150 migranti diretta nella vicina Sicilia, a Porto Empedocle. Nel frattempo, nella tarda serata di ieri hanno ripreso a verificarsi nuovi sbarchi, con due imbarcazioni dirette a Lampedusa su cui viaggiavano 55 migranti, sbarcati sull’isola. 

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Autonomia, Occhiuto: “No a dogmi, ma ci sono obblighi”

Il presidente della Regione Calabria Occhiuto parla disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato dal leghista Roberto Calderoli e che il governo Meloni sta valutando. Secondo la visione di Occhiuto, “si può dire sì solo a parità di lep”, ma “servono risorse importanti”. Intervista da Il Giornale, Occhiuto ha infatti spiegato che “ad oggi al Sud i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni”.  “Non ho una posizione dogmatica. 

Si tratta di una possibilità contemplata dall’articolo 116 della Costituzione (sezione peraltro riformata quando era al governo il centrosinistra)”, ha detto il governatore in un’intervista rilasciata al quotidiano diretto da Augusto Minzolini. Roberto Occhiuto ANSA/LUIGI SALSINI “Gli articoli successivi parlano di obblighi e non di possibilità. Come l’obbligo di garantire tutti i diritti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, sia che un cittadino viva a Crotone sia che viva a Sondrio. Come anche l’obbligo della perequazione. In verità sia la possibilità dell’autonomia differenziata, sia la garanzia dei diritti sociali e civili e l’obbligo della perequazione non mi sembra siano stati attuati come prescrive il titolo quinto della Costituzione”. 

La proposta presentata da Calderoli, infatti, ad ora risulta particolarmente contestata perché rischia di fare aumentare il divario tra Nord e Sud. Cosa ne pensa Occhiuto del disegno di legge proposto da Calderoli Per autonomia differenziata si intende il riconoscimento dell’attribuzione, a una regione a statuto ordinario, di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente o, in alcuni casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme a queste, però, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che a quel punto non verrebbe più distribuito su base nazionale in base alle necessità collettive. Una concessione, quella di “forme e condizioni particolari di autonomia” alle regioni a statuto ordinario, già prevista dalla Costituzione italiana, nel terzo comma dell’articolo 116 in cui si cita la possibilità di attribuire queste competenze “con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata”. Un comma tuttavia mai attuato per via delle differenze economiche e sociali tra regioni, che rischierebbero di rendere questa possibilità per alcuni particolarmente dannosa. Per questa stessa ragione, la proposta ha creato dubbi all’interno della maggioranza, in particolarmente per Fratelli d’Italia e la sua vocazione nazionalista forte anche al meridione, ma meno nel ricco nord industriale, ed è stata criticata anche da diversi economisti e analisti, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che per quelli sociali, che rischierebbero di creare una frattura profonda nel Paese. (Ansa) “Ho detto più volte che il disegno di legge di Calderoli è come un treno che ha tre vagoni: quello dell’autonomia differenziata, quello dei diritti sociali e civili non più quantificati secondo il criterio ingiusto della spesa storica ma secondo i fabbisogni, e quello della perequazione“, ha commentato Occhiuto. Secondo il governatore, “se spinto dall’autonomia differenziata il treno arriva in stazione e porta con sé anche gli altri due vagoni, credo sia un grande risultato anche per le regioni del nostro Meridione dove oggi i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni. E per arrivare a un punto di parità servirebbero risorse importanti. Solo a parità di Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) posso dire di sì all’autonomia differenziata”. 

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Reddito di cittadinanza, scovati altri furbetti “lavoratori”: arrestati


Reddito di cittadinanza, sono stati scovati altri furbetti “lavoratori”: per questi ultimi sono scattate le inevitabili manette  Altri furbetti sono stati scovati direttamente dai carabinieri. Ci troviamo al Sud, precisamente a Partinico (provincia di Palermo), dove due persone sono state arrestate, appunto, dai militari dell’arma. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che gli stessi, a quanto pare, un “lavoro” ce lo avevano. Oltre a prendere, ovviamente, il sussidio da parte dello Stato. Si occupavano dello spaccio di droga nella zona e non solo. Tanto è vero che, nel corso delle perquisizioni delle forze dell’ordine, sono state trovate un bel po’ di cose. 
Reddito di cittadinanza sospeso (Ansa Foto) Notizie.com 

 Ad occuparsene i militari del Nucleo operativo e radiomobile. Cosa hanno trovato? Almeno otto buste di plastica, all’interno di queste un chilo di marijuana già essiccata. Non è finita qui visto che, altri 18 chili della stessa sostanza, sono stati ritrovati nelle pertinenze della casa del secondo arrestato nel centro del paese. Successivamente è stato scoperto che i due personaggi in questione percepivano anche il reddito. per loro sono scattati i domiciliari, con tanto di braccialetto elettronico. Palermo, arrestati per spaccio di droga e percepivano anche il reddito Nel frattempo sono state avviate anche le procedure per l’immediata sospensione del sussidio nei loro confronti. Ricordiamo che il reddito, a partire dal primo gennaio del nuovo anno, sparirà completamente e verrà sostituito con un’altra forma di beneficio. 

Non si tratta, però, affatto del primo caso che si verifica un episodio del genere. Tra l’altro sempre nella stessa città, nel mese di aprile, la Guardia di Finanza ha posto in arresto ben 21 persone. Reddito di cittadinanza sospeso (Ansa Foto) Notizie.com Tutti spacciatori. Sei di loro avevano una entrata “extra” grazie al reddito. Non è affatto finita qui visto che, sempre nel capoluogo siciliano, un 30enne è stato trovato in possesso di almeno 143 chili di hashish e 1 kg di cocaina. Nel corso dei controlli delle forze dell’ordine sono stati trovati 17mila euro in contati. Ed indovinate un po’? Il soggetto in questione percepiva anche il reddito dallo Stato. Episodi del genere, però, si sono verificati anche in altre città di tutta Italia: dal Nord fino ad arrivare, appunto, al Sud.   

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